La nicchia - numero 56 - LETTERA A MIA MADRE

Madre cara,

la menzogna ha il volto di mille amanti. Tutti la inseguono.

Essa disturba, ferisce, ammutolisce.

La menzogna è un agguato continuo…

Tu tutte queste cose non me le hai mai insegnate. Hai sempre voluto che facessi da me.

È forse per questo che non ho imparato ancora a incontrarla e a riconoscerla.

Mamma, la menzogna ha il volto falso di un amico!

È zeppa di contraddizioni. Non ha poesia, ma se ne nutre.

Lei è l’ombra di una rosa di fine stagione; ci guarda dagli specchi ‒ e ride.

Disinvolta, beffarda, impertinente…

E quando la denunci, lei se ne frega.

Quanto a me, cerco di vivere dignitosamente. Lavoro sodo. E sono libero. Sono libero di essere poeta, di leggere e scrivere nella notte, di assaporare il secondo, di eternare l’istante, di attraversare il secolo per fronteggiarne l’epoca.

Quanto si matura in così poco tempo.

Quanto conta, per davvero, essere soli?

 

Giorgio Anelli